Parrocchia Cristo Re - Diocesi Rossano Cariati


Vai ai contenuti

Menu principale:


8 Marzo - Parrocchia Cattedrale

Eventi > 2011

L’OTTO MARZO A CARIATI PER IMPARARE A RICONOSCERE IL GRIDO DELLE DONNE CHE URLANO IN SILENZIO
di Maria Scorpiniti

Celebrare, nel suo significato più profondo,la Giornata Internazionale della donna e non una semplice “festa della donna”. Questo lo scopo di un incontro organizzato a Cariati l’8 marzo scorso dalla parrocchia della cattedrale San Michele Arcangelo per ritrovarsi come chiesa, ma anche per riflettere attorno a temi importanti. In un clima di amicizia, le anziane e le tante donne, accompagnate dai mariti, sono state accolte nel Centro Eucaristico diocesano “Sacro Cuore” (ex Ostello), situato nel Centro Storico, dal parroco don Angelo Pisani, dalle suore Ancelle del Sacro Cuore, che gestiscono la struttura, dagli animatori della Caritas Parrocchiale. Il primo momento della serata è stato dedicato al ricordo del sacrificio delle operarie della Cotton ( New York, 1908) che ha dato origine alla Giornata, “una memoria necessaria per recuperare la vera dimensione della donna – ha precisato don Angelo – diversa da quello che il mondo ci propone” facendo, quindi, riferimento alle donne sfruttate sulla SS106 e al “modello” proposto oggi dalle escort o dalle veline, che costituiscono per i giovani un disvalore. Un messaggio di liberazione, quello lanciato dalla chiesa cariatese, in linea con l’iniziativa diocesana di qualche mese fa in difesa delle ragazze vittime del fenomeno della prostituzione, che trova il suo fondamento nel Vangelo stesso. Aspetto, questo, che è stato messo in risalto dalla relazione della dottoressa Dina Scutifero Passavanti: solo con Cristo, la donna può trovare la sua vera vocazione in famiglia, nella società, nella chiesa. A completare l’argomento è intervenuta la dottoressa Clelia Caprio, psicologa e psicoterapeuta, volontaria presso lo sportello donna aperto dal Centro Italiano Femminile a Cristo Re. La dott.ssa Caprio ha ripercorso l’excursus storico, mettendo in risalto le implicanze psicologiche e sociali derivate dalla violenza di cui, spesso, le donne restano vittime. Riferendosi, poi, ai tanti soprusi consumati entro le pareti domestiche o sui luoghi di lavoro, ha posto l’accento sull’importanza del dialogo in famiglia, affermando: “Le vittime urlano in silenzio e, molte volte, non trovano la forza o il coraggio di denunciare la violenza; noi abbiamo il dovere – ha concluso – di aiutare queste donne e di restituire loro la dignità e la serenità ”. Dopo il dibattito, è seguito un momento conviviale preparato dalle suore e dai fedeli.




IndietroPlayAvanti

Torna ai contenuti | Torna al menu