Parrocchia Cristo Re - Diocesi Rossano Cariati


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comunicato feto vivo rossano 2010

L'arcivescovo > Maricianò 2009-2014 > 2010

Il Centro diocesano di Pastorale della Vita, della diocesi di Rossano-Cariati, ritiene urgente intervenire in riferimento al tragico episodio verificatosi presso il presidio ospedaliero di Rossano, riguardante la vicenda del feto ritrovato in vita, nonostante il suo abbandono in condizioni disumane, circa 24 ore dopo un’interruzione di gravidanza alla ventiduesima settimana.
S. Ecc. Mons. Santo Marcianò, Arcivescovo della diocesi, da sempre impegnato a difendere e promuovere la sacralità e l’inviolabilità della vita umana, denuncia con forza la gravità del fatto, viste le allarmanti problematiche che la vicenda fa emergere.
Come primo elemento appare sconcertante l’arbitraria superficialità dei sanitari nell’omettere qualsiasi tipo di cura e rianimazione del bambino il quale, nonostante ciò, ha continuato a sopravvivere autonomamente.
Inoltre, è da registrare, in maniera sempre più grave, il diffondersi di una cultura della morte totalmente non rispettosa dell’essere umano tradotta in una prassi che, come in questo caso, assume connotazioni barbariche, sovvertendo i fondamentali principi di cura e soccorso della vita umana, naturalmente presenti nell’uomo e, in misura maggiore, proprie della professione medica.
Il caso, sottolinea l’Arcivescovo, deve poi portare la comunità civile a riflettere sulla drammaticità rappresentata dall’aborto in quanto soppressione di un essere umano e, nello specifico, sulla illiceità del definirlo “terapeutico”. In quanto tale, infatti, questo non rappresenta una cura ma, semmai, rafforza quella mentalità eugenetica dilagante che, non solo aumenta il ricorso all’aborto stesso, ma pone seri interrogativi sul presunto beneficio che esso abbia sulla salute della donna e sul significato naturale della maternità, nonché ci invita a considerare con quanta facilità sia trattata in modo “non umano” una persona gravemente malformata o anche semplicemente non voluta.
Ci auguriamo che questa vicenda apra un serio e fecondo dibattito e che porti tuttia collaborare affinché il valore della vita e di ogni persona umana sia riconosciuto come il fondamento di una società civilee giusta.

Il Direttore dell’UCS
Antonio Capano




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