Parrocchia Cristo Re - Diocesi Rossano Cariati


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Via Crucis Diocesana

Eventi > 2009

Sulla via dolorosa la testimonianza della mamma di Pierpaolo
A CARIATI LA VIA CRUCIS DIOCESANA SULLE ORME DI PAOLO
Nuovo appello di Marcianò: “Illuminiamo la strada della morte”

di Maria Scorpiniti


CARIATI – Con grande partecipazione, si è svolta a Cariati la Via Crucis Diocesana sul tema “San Paolo e il mistero Pasquale”. Il sacro corteo è stato presieduto dall’arcivescovo di Rossano-Cariati, mons. Santo Marcianò che, la sera dello scorso 3 aprile si è ritrovato con fedeli, religiosi, sacerdoti, laici e membri dei gruppi, movimenti ed associazioni provenienti da ogni parte della diocesi nel cortile della parrocchia “Cristo Re”. Il percorso si è snodato lungo le vie della Marina, attraverso via Matteotti, verso la chiesa di Santa Maria delle Grazie; seguendo, poi, la via Carrera il corteo è salito al Centro Storico, dove ha avuto termine la celebrazione. L’itinerario cristiano della via dolorosa, che si è svolto in un clima di preghiera, di ascolto, di silenzio, è stato animato dai cantori della parrocchia di Cristo Re. Le aggregazioni laicali hanno apportato anche un significativo contributo alla riuscita dell’evento con le loro riflessioni sul tema prescelto, ascoltate nelle rituali soste indicate da croci luminose che rischiaravano l’intero percorso; tantissime le fiaccole accese sulle strade, sui davanzali e sui balconi adornati con belle coperte ricamate. L’ottava sosta, che rievoca l’episodio di Gesù che consola le donne di Gerusalemme, è stata caratterizzata dalla meditazione curata dalla sezione cariatese del CIF(Centro Italiano Femminile), nel cui ambito ha offerto la sua testimonianza di dolore e di fede la mamma di Pierpaolo Pignataro, un ragazzo di Terravecchia che, cinque anni fa, ha perso la vita in un incidente stradale e che è diventato, per volontà della famiglia, donatore di organi. Alle 14 tappe tradizionali è stata aggiunta la stazione “Gesù è risorto”, che è stata effettuata al “Ponte”, il punto più suggestivo e panoramico del borgo antico. Qui l’Arcivescovo ha espresso la sua soddisfazione per la riuscita dell’evento religioso, soprattutto per la massiccia presenza di tutte le realtà ecclesiali, ciascuna con il proprio carisma, ma unite e in comunione per formare “un corpo solo”. Mons. Marcianò ha anche fatto una breve riflessione sul sacrificio di Gesù alla luce della sua resurrezione, invitando all’imitazione del Cristo ed esortando a conformare il nostro agire alla sua volontà, vivendo con retta coscienza, “perché Egli ci ha acquistato a caro prezzo”; si è rivolto, poi, ai giovani incoraggiandoli ad avere massima considerazione e rispetto per il proprio corpo e per quello altrui, ricordando alcuni principi della morale cristiana. Infine, ha lanciato un ennesimo, forte appello agli Amministratori pubblici per la messa in sicurezza della Statale 106: “Noi abbiamo fiducia nelle istituzioni, ma, nonostante le promesse, ad oggi la 106 rimane una strada pericolosa, non illuminata, difficile da percorrere di notte” - ha affermato, facendosi, infine, promotore di un’originale iniziativa. Su sua indicazione, nei prossimi giorni, ogni fedele della diocesi porterà in chiesa, nei prossimi giorni, una lampadina; tutte quelle raccolte verranno offerte simbolicamente ai dirigenti dell’ANAS affinché la SS106, da strada del buio e della morte sia finalmente illuminata e diventi strada della luce e della vita” .
Mons. Santo Marcianò non è nuovo a questo genere di iniziative: già in occasione della festa del Santo Patrono di Cariati, San Leonardo, il 6 novembre scorso aveva invitato alla mobilitazione per l’importante arteria, definita tristemente “strada della morte”, denunciandone l’impraticabilità in termini di sicurezza e di viabilità e rivolgendo, allora, un accorato appello ai politici e alle istituzioni, affinché facessero seguire i fatti ai progetti e alle promesse. Un appello che, nei giorni successivi, aveva avuto una eco condivisa, ma a cui non è stato dato seguito con i fatti concreti che, ormai da anni, tutti attendono.






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