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CARIATI: raduno regionale carabinieri e gemellaggio con domodossola

Eventi > 2013

A CARIATI LE ASSOCIAZIONI CARABINIERI DA TUTTA LA REGIONE
Nel contesto del gemellaggio con l’Anc di Domodossola (Verbania)

di Maria Scorpiniti

Sono trascorsi sette mesi da quando la delegazione dell’associazione nazionale carabinieri “Alfio Ragazzi” di Cariati, presieduta da Cataldo Santoro, si è gemellata con la “Scapaccio”di Domodossola (Verbania) guidata dal cariatese Gabriele Basta. In occasione del 1° raduno regionale organizzato dall’associazione cariatese il 29 e il 30 giugno scorso, dalla città piemontese sono arrivati a Cariati 36 associati per la due giorni che ha visto succedersi varie manifestazioni. Presenti nella cittadina jonica anche le sezioni Anc “Arruzzo” di Catanzaro, di Cirò, Crotone, Soverato, Rossano, Castrovillari, Corigliano e Cosenza. Dalla Lombardia è giunto il presidente dei “Cariatesi a Milano” Giuseppe Parise. A Cariati anche Tiziana Montalto e Maria Di Pietro, moglie e mamma di Alfio Ragazzi, il maresciallo caduto nell’attentato di Nassiriya a cui è intitolata la sezione locale, Antonio Altavilla, sopravvissuto alla strage del 2003 e il presidente regionale Anc capitano Gianfranco Aricò. Durante la prima giornata, a palazzo Venneri si è svolta la cerimonia di gemellaggio tra Cariati e Domodossola con relativo scambio di doni. Qui gli ospiti hanno ricevuto la calorosa accoglienza dal primo cittadino Filippo Sero e del presidente del Consiglio Cataldo Minò. La manifestazione è proseguita il giorno successivo con il ricordo di Alfio Ragazzi. L’evento si è concluso domenica sera sul lungomare con l’intrattenimento musicale di Cataldo Perri e il concerto della banda musicale “Città di Cariati” diretta dal Maestro Antonio Cirigliano.

Convegno sulle vittime della SS 106: insignificante l’intervento dello Stato
Nella cattedrale San Michele Arcangelo si è tenuto un interessante convegno sulle vittime della strada. Il sindaco Sero e Antonio Trento dell’associazione “Capodanno in Paradiso” hanno parlato della pericolosità della Statale 106 con un’analisi realistica e, nel contempo, drammatica del problema. In particolare, Trento ha spiegato le motivazioni alla base di una “una strage continua” su una strada dove, purtroppo, si continua a morire. “L’impegno dello Stato, delle istituzioni e della giustizia appare insignificante rispetto alla dimensione del problema - ha affermato Trento che, proprio sulla 106, ha perso il figlio Giuseppe - poco e spesso di una lungaggine estenuante, omissiva, inefficace, che finisce col rendere risibili i comportamenti delle persone perbene e premiare, di fatto, quelli che dovrebbe condannare”. La soluzione per lui è semplice, ma impegnativa: “È necessario che ognuno, ad ogni livello, svolga bene il suo ruolo per ricostruire un paese più sicuro, dove chi progetta una strada non lo faccia più col copia e incolla, ma con la serietà di chi sta decidendo della vita di migliaia di persone che la percorreranno”. Nella provincia di Cosenza, ha ricordato successivamente l’assessore ai Trasporti Giovanni Forciniti, ogni anno si registrano circa 350 incidenti gravi, con decessi e invalidità permanenti, per cui occorre un’opera di sensibilizzazione a partire dalle scuole. Dello spesso tono il contributo di Renato Loria, direttore Moto Club di Rossano, che organizza corsi di formazione negli Istituti scolastici in concerto con il Ministero dell’Istruzione. Per l’autore del primo libro-inchiesta sulla “maledettissima” 106 dal titolo “Chi è Stato?”, Fabio Pugliese, esistono responsabilità oggettive e i processi penali non rendono giustizia ai giovani che hanno perso la vita per un banale incidente perché spesso vanno in prescrizione e, cosa più grave, esiste una forma diffusa di indifferenza verso il problema. Anche gli interventi di Raffaele De Marco, vice questore di Rossano, di Francesco Panebianco, capitano dei carabinieri di Rossano e di Dora Mauro, dell’associazione italiana Giovani Avvocati, hanno ribadito l’urgenza di mettere in sicurezza le strade. Nel frattempo, è stato detto, bisogna adottare tutte le precauzioni per prevenire, nel rispetto delle regole: è meglio un ritiro di patente o il sequestro di un motorino, specie se il conducente è sotto l’effetto dell’alcool o della droga, piuttosto che un incidente.

L’ annullo filatelico ricordando Alfio Ragazzi
“È la terza volta che vengo a Cariati, ha affermato Tiziana Montalto, e ci ritorno volentieri perché qui c’è la parte bella dell’Italia”. Sono le parole, toccanti, pronunciate davanti alla chiesa Cristo Re al termine della sfilata partita da piazza “Caduti di Nassiriya” dalla vedova di Alfio Ragazzi, il giovane maresciallo caduto eroicamente in Afghanistan il 12 novembre 2003, che aveva prestato servizio presso la locale stazione dei Carabinieri nel 1987 per un periodo di due anni. Ad Alfio è stata dedicata, nel 2009, la sede dell’associazione carabinieri in via Gaetano Natale; in quella occasione la signora Ragazzi era presente, accompagnata dal figlio. Al raduno di Cariati c’era anche il reduce Antonio Altavilla, sopravvissuto a Nassiriya; in seguito alla strage in cui persero la vita 19 persone, restò un mese in coma e oggi, dopo due difficili interventi, non si arrende; anche in congedo, continua a vivere “da carabiniere” attraverso l’Anc perché, come ha sottolineato il presidente Cataldo Santoro nel presentarlo, “la divisa ti rimane cucita addosso, fin dentro l’anima. E l’anima non muore mai”.
Nel piazzale della chiesa Cristo Re, a cura di Poste Italiane, si è proceduto poi all’annullo postale con l’immagine di Alfio Ragazzi coordinato dal presidente del circolo filatelico numismatico Gennarino Cosentino, il cui ricavato, per volontà della mamma e della vedova di Alfio, è stato devoluto per i lavori della nuova chiesa in contrada Tramonti.

I riconoscimenti assegnati dall’Anc
Prima dell’inizio della messa officiata da don Mosè Cariati, il presidente Cataldo Santoro ha consegnato alcuni attestati di merito a personalità, per la maggior parte cariatesi, che si sono distinte per l’attaccamento al proprio dovere. Questi i nomi: Nicola Agazio della polizia penitenziaria di Rossano; Franco Iacovino, brigadiere della locale stazione; Rocco De Pietro, maresciallo, comandante a Maratea; Antonio Paparo, comandante della Capitaneria di Porto di Cariati; Antonio Le Pera, maresciallo del Nucleo Investigativo di Crotone; capitano Antonio Forciniti, Comandante dei Nas Abruzzo e Molise; Cataldo Pignataro, vice questore della Polizia di Stato di Crotone; Mario Spizzirri, esperto di storia dell’Arma dei Carabinieri; Alfonso Caniglia, autore del monumento ai Caduti di Nassiriya. Due i riconoscimenti alla memoria: al maresciallo Bruno Stefanizzi e al carabiniere Antonio Iemboli.
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