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San Cataldo 2015

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CARIATI: LA GENTE È DEVOTA AL SANTO VENUTO DAL MARE
La festa di San Cataldo ha visto una partecipazione record di fedeli


(“Il Quotidiano del Sud” 13 maggio 2015) di Maria Scorpiniti

CARIATI - Una moltitudine di gente, il 10 maggio, ha festeggiato San Cataldo, protettore e compatrono della Città. Non si vedeva da tempo questa partecipazione, favorita anche dal fatto che quest’anno la festa più attesa dai cariatesi è caduta di domenica. Ancora una volta la comunità ha dato testimonianza della forte devozione verso il vescovo irlandese “venuto dal mare”, vissuto nel VII secolo e venerato come “l’amico della gente”, a prova di una fede radicata dell’identità della comunità, capace di richiamare tantissimi pellegrini anche dai paesi limitrofi e un discreto numero di emigrati rientrati dall’estero o dal nord Italia. Lo scempio della mano destra mozzata dell’altra statua di san Cataldo, situata in una nicchia del porticato esterno alla Cattedrale, avvenuto nella notte tra il 9 e il 10, non ha scalfito affatto la sacralità della festa; i cittadini sperano che le forze dell’ordine assicurino presto alla giustizia gli autori di tale gesto sacrilego.
I festeggiamenti religiosi si sono svolti secondo un rituale suggestivo, che prevede la fase preparatoria con il Novenario arricchito, nei giorni scorsi, dall’arrivo della reliquia del Santo da Taranto. La mattina del 10 maggio nella cattedrale San Michele Arcangelo l’arcivescovo di Rossano-Cariati, mons. Giuseppe Satriano, ha celebrato la messa solenne insieme a don Angelo Pisani, don Mosè Cariati, don Giuseppe Scigliano, don Pino De Simone, don Vincenzo Malizia, coadiuvato dal diacono Alfredo Pennino. Nel corso della liturgia, animata dal coro polifonico della Cattedrale e alla presenza delle autorità civili e militari, Satriano ha ricordato alcuni episodi della vita del Vescovo pellegrino che ha abbattuto i templi pagani per riaffermare il primato di Dio. Vivere la vita cristiana, ha sostenuto l’arcivescovo, significa abbattere le tante forme di idolatria che la società di oggi ci propone e da cui deriva lo smarrimento dell’uomo. “Vestire i bambini alla foggia del Santo - ha precisato poi – include una coerenza di vita e un impegno a vivere come Cataldo, che ha lasciato tutto per il Signore”. Al termine, mons.Satriano ha proceduto alla benedizione dei bambini e, subito dopo, ha avuto inizio la processione con la venerata statua adornata di gigli e rose, preceduta dalla banda musicale “Città di Cariati” diretta dal maestro Cirigliano. Dal punto più panoramico della cinta muraria, secondo una tradizione antichissima, il Santo si è fermato per il rito della benedizione del paese e del mare; poi lo scoppio dei fuochi pirotecnici e la discesa verso la cappella a lui intitolata, situata a tre chilometri dall’abitato, costeggiando tutto il litorale nord. Anche l’arrivo nella località rurale è stato salutato dai fuochi pirotecnici, quindi la messa nella cappella; sulla spiaggia, tantissima gente si è riversata per l’incanto, cioè la vendita all’asta dei “maji”, pali con i dolci tipici, e di animali offerti per voto dagli allevatori locali.


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