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comunicato stampa diocesi per com.sociali 2009

L'arcivescovo > Maricianò 2009-2014 > 2009

ARCIDIOCESI DI ROSSANO-CARIATI
UFFICIO COMUNICAZIONI SOCIALI
COMUNICATO STAMPA 24/01/2009

Oggi 24 Gennaio, festa di San Francesco di Sales, patrono dei giornalisti, l’arcivescovo mons. Santo Marcianò rivolge il suo pensiero a quanti (operatori dell’informazione radiotelevisiva, della carta stampata, di testate on-line, ecc.) ogni giorno si sforzano di compiere il compito di servire la comunità con il loro difficile lavoro.
Come già fatto in altre occasione mons. Marcianò ne approfitta per ribadire: “la necessità di rievangelizzare l’ambito della comunicazione ponendo grande attenzione al mondo dei media in genere ma anche al linguaggio che viene manipolato e, spesso, anche da noi è usato male”.
Com’è tradizione oggi 24 Gennaio è stato diffuso il
Messaggio di Benedetto XVI per la 43ª Giornata mondiale delle comunicazioni sociali che verrà celebrata il 24 maggio prossimo.
La Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali, l'unica celebrazione a livello globale voluta dal Concilio Vaticano II (Inter mirifica, 1963), viene celebrata in quasi tutti i Paesi del mondo la domenica che precede la Pentecoste.
Per espressa volontà dell’arcivescovo invio il detto Messaggio del Pontefice che per quest’anno ha il seguente tema:
«Nuove tecnologie, nuove relazioni. Promuovere una cultura di rispetto, di dialogo, di amicizia». Tanto perché come aggiunge mons. Marcianò “possa essere da tutti i giornalisti, e non solo, letto ma soprattutto meditato e attuato”.

Antonio Capano


TESTO DEL MESSAGGIO DI BENEDETTO XVI


Cari fratelli e sorelle, in prossià ormai della Giornata mondiale delle comunicaziosociali, mi è caro rivolgermi a voi per esporvi alcune mie riflessioni sul tema scelto per quest’anno:
Nuove tecnologie, nuove relazioni. Promuouna cultura di rispetto, di dialodi amicizia. In effetti, le nuove tecdigitali stanno determinancambiamenti fondamentali nei modelli di comunicazione e nei rapumani. Questi cambiamenti sono particoevidenti tra i giovani che socresciuti in stretto contatto con queste nuove tecniche di comunicae si sentono quindi a loro agio in un mondo digitale che spesso seminvece estraneo a quanti di noi, adulti, hanno dovuto imparare a caed apprezzare le opportunità che esso offre per la comunicazione.
Nel messaggio di quest’anno, il mio pensiero va quindi in modo particoa chi fa parte della cosiddetta
gedigitale: con loro vorrei condividere alcune idee sullo straorpotenziale delle nuove tecse usate per favorire la come la solidarietà umana. Tatecnologie sono un vero dono per l’umanità: dobbiamo perciò far sì che i vantaggi che esse offrono siano mesal servizio di tutti gli esseri umani e di tutte le comunità, soprattutto di chi è bisognoso e vulnerabile.L’accessibilità di cellulari e computer, unita alla portata globale e alla capillarità di internet, ha creato una molteplicità di vie attraverso le quali è possibile inviare, in modo istantaneo, parole ed immagini ai più lontani ed isolati angoli del mondo: è, questa, chiarauna possibilità impensabile per le precedenti generazioni. I gioin particolare, hanno colto l’epotenziale dei nuovi media nel favorire la connessione, la comue la comprensione tra ine comunità e li utilizzano per comunicare con i propri amici, per incontrarne di nuovi, per creare coà e reti, per cercare informae notizie, per condividere le proprie idee e opinioni.Molti benefici derivano da questa nuova cultura della comunicazione: le famiglie possono restare in conanche se divise da enormi digli studenti e i ricercatori hanun accesso più facile e immediaai documenti, alle fonti e alle scoscientifiche e possono, pertanlavorare in équipe da luoghi diinoltre la natura interattiva dei nuovi media facilita forme più dinadi apprendimento e di comuche contribuiscono al progresso sociale. Sebbene sia motivo di meraviglia la velocità con cui le nuove tecsi sono evolute in terdi affidabilità e di efficienza, la loro popolarità tra gli utenti non dosorprenderci, poiché esse rial desiderio fondamentadelle persone di entrare in rapporle une con le altre. Questo desidedi comunicazione e amicizia è ranella nostra stessa natura di esseri umani e non può essere adecompreso solo come rialle innovazioni tecnologiche. Alla luce del messaggio biblico, esso va letto piuttosto come riflesso della nostra partecipazione al comunicaed unificante amore di Dio, che vuol fare dell’intera umanità un’unifamiglia. Quando sentiamo il bidi avvicinarci ad altre persoquando vogliamo conoscerle mee farci conoscere, stiamo risponalla chiamata di Dio – una chiamata che è impressa nella nostra natura di esseri creati a immagine e somiglianza di Dio, il Dio della coe della comunione.Il desiderio di connessione e l’idi comunicazione, che socosì scontati nella cultura connon sono in verità che manifestazioni moderne della fone costante propensione degli esseri umani ad andare oltre se stessi per entrare in rapporto con gli altri. In realtà, quando ci apriamo aaltri, noi portiamo a compimento i nostri bisogni più profondi e divenpiù pienamente umani. Amaè, infatti, ciò per cui siamo stati progettati dal Creatore.
Naturalmente, non parlo di passegsuperficiali relazioni; parlo del vero amore, che costituisce il centro dell’insegnamento morale di Gesù: «Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore e con tutta la tua anima, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza» e «Amerai il tuo prossimo come te stesso» (cfr
Mc 12,30-31). In questa luce, riflettendo sul significadelle nuove tecnologie, è imporconsiderare non solo la loro incapacità di favorire il contattra le persone, ma anche la qualità dei contenuti che esse sono chiamaa mettere in circolazione. Desideincoraggiare tutte le persone di buona volontà, attive nel mondo edella comunicazione digiperché si impegnino nel prouna cultura del rispetto, del dell’amicizia. Pertanto, coloro che operano nel settore della produzione e della diffusione di contenuti dei nuovi media non possono non sentirsi impegnati al rispetto della dià e del valore della persona uSe le nuove tecnologie devoservire al bene dei singoli e della società, quanti ne usano devono evila condivisione di parole e imdegradanti per l’essere umaed escludere quindi ciò che alimenta l’odio e l’intolleranza, svilisce la bellezza e l’intimità della sessualità umana, sfrutta i deboli e gli indifesi. Le nuove tecnologie hanno anaperto la strada al dialogo tra persone di differenti Paesi, culture e religioni. La nuova arena diil cosiddetto cyberspace, perdi incontrarsi e di conoscere i valori e le tradizioni degli altri. Simiincontri, tuttavia, per essere feconrichiedono forme oneste e cordi espressione insieme ad un aattento e rispettoso. Il dialogo deve essere radicato in una ricerca sincera e reciproca della verità, per realizzare la promozione dello svinella comprensione e nella tolLa vita non è un semplice succederdi fatti e di esperienze: è piuttosto ricerca del vero, del bene e del bello. Proprio per tale fine compiamo le noscelte, esercitiamo la nostra lià e in questo, cioè nella verità, nel bene e nel bello, troviamo felicità e gioia. Occorre non lasciarsi inganda quanti cercano semplicedei consumatori in un merdi possibilità indifferenziate, dola scelta in se stessa diviene il bela novità si contrabbanda come bellezza, l’esperienza soggettiva sopla verità. concetto di amicizia ha goduto di un rinnovato rilancio nel vodelle reti sociali digitaemerse negli ultimi anni. Tale conè una delle più nobili conquidella cultura umana. Nelle nostre amicizie e attraverso di esse cresciae ci sviluppiamo come esseri uProprio per questo la vera aè stata da sempre ritenuta udelle ricchezze più grandi di cui l’essere umano possa disporre.Per questo motivo occorre essere ata non banalizzare il concetto e l’esperienza dell’amicizia. Sarebbe triste se il nostro desiderio di sostenere e sviluppare on-line le amicizie si realizzasse a spese della disponià per la famiglia, per i vicini e per coloro che si incontrano nella realtà di ogni giorno, sul posto di lavoro, a scuola, nel tempo libero. Quando, inil desiderio di connessione virdiventa ossessivo, la conseè che la persona si isola, inla reale interazione soCiò finisce per disturbare ani modelli di riposo, di silenzio e di riflessione necessari per un sano sviluppo umano.L’amicizia è un grande bene umano, ma sarebbe svuotadel suo valore, se fosse considerato fine a se stesso. Gli amidevono sostenersi e incoraggiarsi l’un l’altro nello sviluppare i loro doe talenti e nel metterli al servizio della comunità umana.In questo contesto, è gratificante vel’emergere di nuove reti digitali che cercano di promuovere la solidarietà umana, la pace e la giustizia, i diritti umani e il rispetto per la vita e il bene della creazione. Queste reti possono facilitare forme di cooperatra popoli di diversi contesti geografici e culturali, consentendo loro di approfondire la comune uà e il senso di corresponsabilità per il bene di tutti.Ci si deve tuttavia preoccupare di far sì che il mondo digitale, in cui tali repossono essere stabilite, sia un mondo veramente accessibile a tutSarebbe un grave danno per il fudell’umanità, se i nuovi strudella comunicazione, che perdi condividere sapere e informazioni in maniera più rapida e efficace, non fossero resi accessibia coloro che sono già economicae socialmente emarginati o se contribuissero solo a incrementare il divario che separa i poveri dalle nuoreti che si stanno sviluppando al servizio dell’informazione e della soumana.Vorrei concludere questo mesrivolgendomi, in parai giovani cattolici, esortarli a portare nel mondo dila testimonianza della loro feCarissimi, sentitevi impegnati ad introdurre nella cultura di questo nuovo ambiente comunicativo e informativo i valori su cui poggia la vostra vita!primi tempi della Chiesa, gli Ae i loro discepoli hanno porla Buona Novella di Gesù nel mondo greco romano: come allora l’evangelizzazione, per essere frutrichiese l’attenta comprensiodella cultura e dei costumi di quei popoli pagani nell’intento di toccarle menti e i cuori, così ora l’andi Cristo nel mondo delle nuove tecnologie suppone una loro approfondita conoscenza per un conseguente adeguato utilizzo. A voi, giovani, che quasi spontaneamente vi trovate in sintonia con questi nuomezzi di comunicazione, spetta in particolare il compito della evangedi questo «continente di». Sappiate farvi carico con endell’annuncio del Vangelo ai vostri coetanei!Voi conoscete le loro paure e le loro speranze, i loro entusiasmi e le loro delusioni: il dono più prezioso che ad essi potete fare è di condividere con loro la «buona novella» di un Dio che s’è fatto uomo, ha patito, è mored è risorto per salvare l’umanità. Il cuore umano anela ad un mondo in cui regni l’amore, dove i doni siacondivisi, dove si edifichi l’unità, dove la libertà trovi il proprio signinella verità e dove l’identità di ciascuno sia realizzata in una comurispettosa. A queste attese la fede può dare risposta: siatene gli aIl Papa vi è accanto con la sua preghiera e con la sua benedizione.



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