Parrocchia Cristo Re - Diocesi Rossano Cariati


Vai ai contenuti

Menu principale:


Messaggio Arcivescovo Quaresima 2009

L'arcivescovo > Maricianò 2009-2014 > 2009


Messaggio dell'Arcivescovo per la Quaresima 2009

"Io sono Gesù, che tu perseguiti" (At 9,5)

+ Santo Marcianò - Arcivescovo

Preghiera, digiuno, elemosina, conversione, riconciliazione, penitenza… Sono parole che costellano il cammino della Quaresima. E sono parole che non hanno significato in se stesse; non hanno valore, cioè, se non in quanto ci "preparano". La Quaresima è tempo che la Chiesa ci offre per prepararci alla Pasqua. Per prepararci alla Croce; per prepararci alla gioia.

Anche se la cultura della fretta e del consumismo non ci educa a questo, è bello prepararsi. È bello disporre la nostra anima, l'interiorità, il corpo, i sentimenti ad incontrare il Crocifisso Risorto. Perché questa sarà la Pasqua: un incontro con Lui!

"Io sono Gesù, che tu perseguiti". Nell'Anno Paolino, l'esperienza del grande Apostolo delle genti ci aiuta a vivere tale incontro. Soprattutto, ci aiuta a porre attenzione alle tante circostanze in cui, forse senza avvedercene, diventiamo suoi "persecutori".
"Io sono Gesù, che tu perseguiti". In questo tempo storico, mentre ci confondono i fatti di cronaca e i dibattiti politici, credo che Cristo ci chieda, come lo ha chiesto a Paolo, di essere riconosciuto e incontrato come Crocifisso nelle storie di tanti nostri fratelli e sorelle sofferenti e nelle nostre stesse sofferenze, non solo quelle attuali ma anche quelle future, che ci fanno paura.

Lo scandalo della Croce, al quale la Quaresima ci prepara, è proprio fare dell'incontro con il dolore un incontro con Cristo, così come ha fatto Lui che, sulla Croce, ha incontrato l'umanità, ci ha incontrati uno per uno.
Noi ci interroghiamo sul senso della sofferenza, soprattutto nella fase terminale della vita; ci preoccupiamo che le cure offerte ai malati non siano "eccessive"; soprattutto, ci industriamo a capire come esprimere e rispettare la volontà e l'autodeterminazione dell'uomo intorno alla propria salute e malattia, intorno alla vita e alla morte… Troppo spesso, tuttavia, dimentichiamo che il mistero della sofferenza può essere il mistero di un "incontro" inimmaginabile e imprevedibile: l'incontro con il Signore Crocifisso.

"Io sono Gesù, che tu perseguiti". La Quaresima, preparandoci alla Croce, ci invita a renderci conto di tutte le volte che perseguitiamo Gesù rifiutando la sofferenza o, peggio ancora, rifiutando i sofferenti. È una nuova "persecuzione", è una nuova tentazione. Ed è una strada che ci allontana dall'incontro con Cristo e dalla gioia che da questo scaturisce. Sì: la gioia del mattino di Pasqua può nascere solo dalla Croce; è, nel senso letterale del termine, generata dalla Croce.
Non bisogna illudersi, però. La Croce è e resta un dramma, uno scandalo; resta dolore e morte. Per questo bisogna preparasi ad incontrarla, per questo bisogna prepararsi a viverla. Per questo bisogna prepararsi, con il cammino quaresimale, a quello Pasquale.

Preghiera, digiuno, elemosina, conversione, riconciliazione, penitenza… Sono parole che acquistano luce e significato in quanto ci tengono più vicini al Signore, in quanto ci rivolgono continuamente a Lui. È questo il modo di prepararci: ed è questa vicinanza a Lui che ci prepara ad affrontare tutto, soprattutto ciò che Egli stesso ha vissuto per amore nostro.
"Io sono Gesù, che tu perseguiti". Paolo sa trovare la ragione per perseverare nel dolore ritrovando Gesù Crocifisso e rimanendo in quei "patimenti "di Cristo" che egli può condividere e ai quali può aggiungere un suo personale contributo" .

Il suo esempio e la sua intercessione guidino il cammino di questa nostra Quaresima in una maggiore vicinanza al Signore; perché anche noi possiamo comprendere e testimoniare che nessuna autodeterminazione e nessuna espressione anticipata di volontà sulla malattia e sulla morte può preparare autenticamente la persona ad affrontare il dolore. Solo Gesù Crocifisso può farlo; solo Lui può donarci la certezza che, nel momento della Croce, nel momento del dolore, nel momento della morte, non ci lascerà soli; che, misteriosamente, ci sarà più vicino, portando già lì la gioia infinita e la vita nuova che il mattino di Pasqua sprigiona.

Buona Quaresima

Il tuo Vescovo




Torna ai contenuti | Torna al menu