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CARIATI: LE TESTIMONIANZE DEL PASSATO E DEL PRESENTE NEL GIORNO DELLA MEMORIA

Eventi > 2017

CARIATI: LE TESTIMONIANZE DEL PASSATO E DEL PRESENTE NEL GIORNO DELLA MEMORIA
La storia del giovane africano Ibrahim proposta agli studenti


di Maria Scorpiniti

CARIATI – Ibrahim Kamissoko, 19 anni, è un ragazzo africano, del Mali. La sua vita è stata segnata dalla povertà e dalla sofferenza, oltre che dall’arresto, per sei mesi, da innocente. Nel suo paese lavorava nove ore al giorno per un piatto di minestra; a soli 13 anni, dopo la morte del padre, per curare il fratello malato è andato a cercare lavoro in Algeria e poi in Libia, dove è vissuto in schiavitù e gli è stato impedito di fare ritorno in patria. Due anni fa, ancora minorenne, si è imbarcato senza meta; giunto in Sicilia, è andato a Milano; dal giugno 2016 risiede a Crotone, ospite della cooperativa sociale Agorà Kroton diretta da Pino De Lucia, dove ha trovato accoglienza e lavoro. È in attesa del permesso di soggiorno, anche perché nel frattempo ha scoperto seri problemi di salute.
Una testimonianza toccante, raccontata agli studenti dell’Ipsia-Iti, riuniti nell’aula magna dell’Istituto per la Giornata della Memoria, con grande emozione e con gli occhi lucidi dallo stesso Ibrahim. L’evento, organizzato dal Comune di Cariati, si è aperto con alcuni brani scritti dai sopravvissuti ai campi di concentramento nazisti, letti dagli studenti Rocco Aiello, Antonio Flotta, Alessia Olivito, Concettina Brunetti e Lucia Cariglino. Poi sono stati proiettati le immagini della Shoah e un reportage sul campo di Calais con un’intervista a un migrante che è riuscito ad attraversare il Canale della Manica nascondendosi in un camion.
L’occasione è servita a suscitare nei ragazzi la riflessione sulle atrocità della guerra, legate all’attualità fatta di storie tragiche, volti e miserie umane, diritti negati e ingiustizie. Oggi come allora. Un importante parallelismo tra passato e presente, secondo la dirigente scolastica dell’Ipsia Ornella Campana, intervenuta nel corso della manifestazione, utile a scongiurare una reiterazione degli errori del passato, mentre per il sindaco di Cariati Filomena Greco bisogna ancora abbattere, anche tra i giovani, il muro dell’indifferenza che, a volte, non permette di vedere la sofferenza nemmeno del compagno di banco.
Anche don Mosè Cariati, parroco di Cristo Re, interpellato durante l’incontro sul ruolo avuto dalla chiesa cattolica nell’ultimo conflitto mondiale, ha sottolineato come, con Giovanni Paolo II prima e con Papa Francesco ora, le parrocchie e la chiesa in generale si siano aperte alla cultura del dialogo e dell’accoglienza, anche se, ha precisato con amarezza, sono troppi i migranti che perdono la vita nel Mediterraneo, divenuto oggi il nuovo campo di concentramento.
“La non conoscenza e le tante barriere psicologiche che innalziamo - ha evidenziato infine Pino De Lucia - non ci permettono di superare l’atteggiamento di diffidenza, il diverso fa paura perché non vogliamo ritagliare ad altri i nostri spazi e dimentichiamo che sono persone come noi”. L’opera che De Lucia, con Agorà, porta avanti da oltre vent’anni in favore dei richiedenti asilo e dei rifugiati, infatti, non esaurisce alla sola ospitalità: i migranti a Crotone sono accompagnati in percorsi di reale integrazione sociale.
Durante la manifestazione, coordinata dalla giornalista Rosanna Grano, sono intervenuti anche l’assessore Mariaelena Ciccopiedi e il consigliere Pasquale Marino.



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